Lo so, Ferragosto è già passato, quindi tutti a pensare che le vacanze sono finite.
Ma davvero stiamo ancora a correre dietro a questi banalissimi luoghi comuni? A me risulta che il 376% degli italiani sia ancora in giro ad affollare spiagge, campeggi e ristoranti di pesce. Io stesso sto ammorbando due povere ragazze nella loro stupenda locanda immersa nelle montagne del Trentino (e non posto le foto solo per non fare rosicare quelle sette/otto tristipersone che non si sono mai mosse dalla loro scrivania in città).
Sì, le vacanze sono ancora lungi dal concludersi, quindi mi sembra opportuno proporvi un’ultima, breve, ma succosissima puntata di Writers against ignorance, ancora una volta dedicata a due miei amici.
Visto che qualcuno si è lamentato del fatto che ho dato pochissimo spazio alle signore (vero, ma solo perché di scrittrici che mi rivolgono la parola ne conosco giusto un paio), ecco a voi la bravissima e stratimida Francesca Massaroli.Francesca è nata a Ravenna, ha fatto la scrutatrice, la commessa, la spazzina la prof. di storia e geografia, mille altri lavori, cammina per pensare e quando pensa molto le capita di scrivere. La sua opera prima si chiama Non ne ho la minima idea (2016, Panda edizioni) e parla di Anita Giunchi, di scritte sui muri, di intestardimenti e del perché muoiono sempre prima quelli buoni.
La Massaroli ci propone di leggere sotto l’ormai sbiadito ombrellone questo libro qua.Questa la recensione spassionata di Francesca, senza tagli perché, anche se un po’ lunga, a me fa spisciare dal ridere:
Questa è la cronaca abbastanza fedele di alcuni anni molto faticosi ma belli che a un certo punto mi sono capitati. L’unica cosa che si può dire è che le cose capitano e noi dobbiamo lasciarle capitare. Ma queste cose che capitano hanno la virtù principale di sfracellarci la testa.
Adesso, con un inevitabile sfacelo sulle spalle, portandomelo dietro tutti i giorni, dopo aver preso nota di tante cose sono tornato a vivere il mondo come prima.
Un po’ mi dispiace.
Si conclude in bellezza, con uno di quegli scrittori che di presentazioni non ne hanno proprio bisogno: Gianluca Morozzi.Gianluca ha scritto un’abbondante ventina di romanzi, ultimo dei quali è L’uomo liscio (2016, Pendragon, collana gLam, curata da Alessandro Berselli e dallo stesso Morozzi), un’infinità di racconti ed è stato ospite di questo blog circa un anno e mezzo fa, con una luuuunga intervista. A breve vedrà la luce la sua ultima opera e, se volete vederlo e sentirlo, lo trovate in giro per l’Italia che presenta i suoi libri nei luoghi più disparati (la sua ubiquità è ormai diventata leggendaria). Al Nostro ho posto la solita richiesta (mi fai una breve recensione?) e lui, con un veloce messaggio Whatsapp all’una di notte (dura la vita dello scrittore…) ha risposto con questo suggerimento.
“Consiglio A volte ritorno, di John Niven (2011, Einaudi). Gesù torna sula Terra e per meglio propagandare il suo messaggio va a cantare Born to run di Bruce Springsteen in un talent show. Volete sapere altro? Che fa mortalmente ridere ed è anche mortalmente serio.”
Direi che stavolta è davvero tutto. Vi lascio alle vostre grigliate sulla spiaggia, ai vostri costumi stesi al sole, alle vostre scarpe sporche di fango, al wifi che non va e a qualsiasi altra cosa renda la vostra vacanza così tremendamente uguale alla vita che avete (abbiamo) lasciato qualche giorno fa. Ricordatevi che le abitudini sono dure a morire, quindi continuate a leggere, se questo è quello che fate sempre. Se così non fosse, cosa volete che vi dica, peggio per voi…
Gio, lettore everywhere.
Grazie per i consigli Gio e buone vacanze