Mai avrei pensato che creare un blog tutto mio potesse fare parte di quel
percorso terapeutico/di recupero di cui necessitano tutti coloro i quali vivono
una situazione simile alla mia. Lo status di
disoccupato/inoccupato/incercadilavoro mi rende, mio malgrado, parte di quel 12%
di miei connazionali che non hanno una pressoché beata mazza da fare all day
long…che figata!
Vabbè, qualcuno mi potrà dire che sono passate solo poche settimane da quel
giorno in cui…
Altri potranno obiettare che a 37 anni ho ancora modo e tempo
per assicurarmi un impiego che mi permetta di sfamare mia moglie (che si sfama
benissimo da sola!) e il mio cane (che di fame ne avrà sempre!).
Il vecchio
Clint diceva che le opinioni sono come le palle (o le ovaie, aggiungo io), tutti
hanno e avranno sempre qualcosa da dirmi per tirarmi più o meno su di
morale.
Ma il problema non è questo, miei cari amici e non.
Il problema è
cosa fare.
Che fai quando un bel macigno ti casca dritto sul coppino?
Che fai dopo quelle 3-4 settimane che ti sono servite per assimilare il concetto
che non ti devi alzare più alle 6 (o alle 4.30, come mi è capitato negli ultimi
mesi della mia decennale carriera lavorativa)?
Ti adegui, mi verrebbe da
dire.
E invece no.
Ti deprimi, la verità è questa. Magari ti piangi anche
un po’ addosso.
Metti tutta la tua
rabbia in un cassetto e aspetti solo il pretesto giusto per aprirlo, il
cassetto.
Se è il caso, metti su la faccia più allegra che hai ed esci con
gli amici, la moglie , i tuoi (ex) colleghi, e (ti) ripeti che stai bene, che
non è cascato il mondo e che morto un papa se ne fa un altro (ma anche no!). Ma
poi torni a casa e ti ri-deprimi.
Una cosa che vorremmo quando l’abbiamo non la vogliamo.
L’abilita’ sta’ nel non perdersi nel tempo ma ritrovarsi in esso….e allora leggi e soprattutto scrivi
Preferisco desiderare qualcosa che non posso avere, piuttosto che avere qualcosa che non voglio. Sbaglio? Può essere, ma il bello è proprio questo.